Agosto a New York

un primo viaggio a New York nel febbraio 2006 ho deciso di passarci anche tutto agosto. La mia guida Lonely Planet diceva che agosto è calduccio, intorno ai 28°C, e che i new yorchesi non perdono occasione di scappare al mare o in montagna appena possono. Ai turisti, invece, veniva consigliato di mettersi la crema solare e di godersi New York. Temperatura massima odierna: 39°C

sabato, settembre 02, 2006

nota economica

In accordo con la HSBC, banca svizzera molto presente a NY, riporto il prezzo di un BigMac negli USA: $3.39

Secondo il sito www.oanda.com tale importo equivale a €2.64

venerdì, settembre 01, 2006

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E’ già il momento di scrivere l’ultimo capitolo. Dalla data vedrete che sono già tornata in Europa, infatti scrivo dall’aeroporto di Zurigo (ma pubblicherò da casa perché la rete wireless che danno “ad accesso libero” è a pagamento).
Giovedì 31, al pelo, siamo riuscite (io & Deb) ad andare a vedere un game degli Yankees allo Yankee Stadium. Vale la pena di spendere l’ultima metà della batteria del computer portatile per elogiare il popolo americano. La partita iniziava alle 13:05, puntuale, introdotta dall’inno americano (The star spangled banner). Noi eravamo ancora fuori dal gate come altre 500 persone perché Deborah è arrivata in ritardissimo (praticamente ha pareggiato tutti i miei parziali ritardi ai nostri precedenti incontri) ma non abbiamo saputo resistere al rito dell’hotdog pre-partita con mustard e ketchup.
C’era un po’ di coda all’ingresso perché si veniva auto-perquisiti: togliersi il cappello, girarlo da una parte e dall’altra, aprire borse e zaini, bere alla presenza dell’agente se si portavano liquidi appresso. Poi però è stato velocissimo trovare i posti. Seggiolini di plastica con i braccioli di ferro (un lusso che in Italia penso abbiano solo le poltroncine bianche, visto che non li ho mai visti!). Posti comodi, anche perché il 50% degli americani è severamente obeso.
Mentre aspettavo la Debbie ho gironzolato per i negozietti di merchandising Yankee ufficiale e non. Ho finalmente visto la maglia che vorrei, quella di Joe Di Maggio, che però fanno solo da uomo. Ad ogni modo ormai avevo preso quella di Jeter (e chi l’è?) da bambino. Eh sì, perché anche i bambini americani sono molto grossi e quindi ho risparmiato ben $2 prendendo la taglia L da ragazzi (pensate, neanche la più grande!)
La partita Yankee vs Tiger Detroit era l’ultima pomeridiana prima dell’inizio della scuola (settimana prossima). In Italia quando avevano pensato di anticipare alcune partite al sabato pomeriggio ci sono state polemiche a non finire perché quelli che il sabato lavorano non ci sarebbero potuti andare. E pace amen! Perdere una partita non è la fine del mondo: ce ne sono altre 40 per campionato più quelle delle varie coppe!!
I biglietti li ho presi io su eBay visto che sul circuito ufficiale della MLB (Major League Baseball) li davano per esauriti. Non so come funzioni in Italia, ma negli USA ci sono dei broker che speculano sui biglietti degli eventi comprandone diverse decine e poi rivendendoli last minute con un markup che va da qualche dollaro a diverse decine di dollari. I biglietti che ho trovato su eBay sono stati spediti via email appena ho pagato, peraltro penso di essere stata abbastanza fortunata perché li ho pagati la metà del loro valore ($25 invece che $50). Ne deduco che la persona che me li ha venduti non è un/una broker ma semplicemente uno/una che si li era presi con l’intenzione di andarci o a cui sono stati regalati. Sulla stampata erano presenti un codice a barre e ovviamente il settore ed il posto.
I biglietti sul circuito ufficiale partono da $12 (bleachers), passando per i $21 dei tier più alti e lontani dal diamante fino ad arrivare a quelli di diverse centinaia di dollari nei posti più prossimi al gioco.
Quindi, anche più economico di una partita di calcio!
Ovviamente ci siamo andate in metropolitana, visto che ci sono ben due linee che fermano alla 161st St. – Yankee Stadium. Niente treni superaffollati o persone jammed packed (schiacciate come bestie) tipo i nostri autobus italiani anche durante un normale giorno scolastico. Niente file, niente spintoni.
Polizia tanta ma non per le tifoserie quanto per paura di attentati. Gli spalti sono misti e non ci sono assolutamente problemi tra tifosi di squadre rivali, quindi non c’è neanche bisogno di girare in squadroni da assalto. Di ultrà o hooligans neanche a parlarne: era pieno di famiglie con diversi bambini, mamme che portavano i pargoli allo stadio per un pomeriggio alternativo al parco giochi, coppie di tutte le età, razze e colori, turisti,…
Dopo avere visto le partite più muffe del campionato di calcio italiano avevo un po’ di paura ad andare a vedere la squadra di baseball più famosa al mondo (26 titoli nella MLB) ma ogni timore s’è rivelato infondato.
Il game dura 9 innings, vince la squadra che realizza più punti alla fine dei 9. In caso di parità si prosegue di un inning finché una squadra non realizza più punti dell’altra. Il gioco e lento e poco movimentato. Parlandoci chiaramente: solo i migliori battitori della lega riescono a prendere più di due palle per inning. E spesso la palla viene invalidata perché non tirata nell’area consentita (quella compresa tra la linea delle ascelle e la linea delle ginocchia del battitore), oppure perché viene colpita dalla mazza ma rimbalza alle spalle della casa base. O ancora perché viene lanciata troppo corta e tocca terra o i piedi del battitore. Quindi mediamente un lanciatore fa 5-6 lanci di cui 2-3 invalidati. L’azione esiste solo nel caso fortuito che:
1) la palla è lanciata correttamente
2) la palla passa nell’area consentita, cioè non accade il ball, il fastball, lo slippingball e chi più ne ha più ne metta
3) il battitore ha colpito la palla con la mazza e la manda nell’area “buona” del campo e non è una palla facile (il 55% delle palle battute viene presa al volo, eliminando automaticamente il battitore)
oppure
il battitore ha colpito la palla con la mazza e ha realizzato un fuori campo che rende impossibile il recupero della palla da parte della squadra in difesa (= quella del battitore)
La partita di ieri è durata tre ore spaccate ma sono state piacevoli. Infondo siamo state allo stadio due ore e mezza durante le quali abbiamo anche mangiato.
Le persone sono molto tranquille durante il game, tanto che sono i tabelloni luminosi ad incitare il pubblico a fare casino (make some noise!).
Nessuno urla, non si sentono parolacce (o forse ero io che non le capivo…).
E’ lecito e normale distrarsi dal gioco, per esempio per chiacchierare, telefonare, o, come più spesso accade, per andare a comprare da mangiare nei corridoi interni dello stadio.
La lunghezza del gioco è stemperata dall’intrattenimento che viene dato sia dai tabelloni luminosi sia dall’audio, infatti c’è la musica in sottofondo che spazia da YMCA dei Village People a Enter Sandman dei Metallica (durante la quale Deborah s’è gasata).
La gente balla e la telecamera li filma. Inoltre ci sono dei giochi ad estrazione che coinvolgono il pubblico con domande sugli yankee. Lo spettatore sorteggiato è munito di cartelloni giganti per comunicare la sua risposta al resto dello stadio: se ha azzeccato uno sponsor gli farà un regalo!
A metà del 5° inning tutti in piedi a cantare la prima strofa di God Bless America, con tanto di parole scorrevoli sul tabellone luminoso. Attimo patriottico per ricordare i soldati in Iraq, vengono inquadrati dei militari in divisa che sono allo stadio a vedere la partita.
Alla fine vincolo gli Yankee…niente esultanze neanche tra i giocatori ma solo high fives (batti un 5) e applausi da parte del pubblico. In 5 minuti siamo fuori dallo stadio, poi andiamo a prendere dei souvenir per gli amici di Deborah e in 15 minuti siamo già sulla metro, sedute, dirette verso casa mia.
Per dovere di cronaca segnalo che la Deborah ha portato la mia valigia da 20 kg per le scale della metro…grazie!! E segnalo anche che allo stadio, al bagarino degli hotdog il tizio le ha detto estasiato “beautiful eyes”. E lei, come una iced queen (regina dei ghiacci), ha solo sorriso. Che aplomb!
Poi ha stregato anche due inglesi, sempre al bagarino degli hotdog. Che le portino fortuna? Lo sapevo, io, che i gorilla non erano la risposta ai suoi patemi d’amore!!
Quando ci siamo salutate sulla banchina della metro la Debby era un po’ in crisi. Resisti, che fra una settimana sarai qui anche tu!!